Sulla "riforma" e la Storia dell'Arte

Il Regolamento concernente il Riordino dell’Istruzione è alle ultime battute. Il Ministro si
augura di poterlo pubblicare a metà gennaio, una volta superato il vaglio, soprattutto, del
Consiglio di Stato e della Corte dei Conti.
In questi giorni, in seguito ai pareri richiesti ed espressi da parte delle varie Associazioni
disciplinari e dei Comitati di studio del mondo della scuola, si sta meditando in sede
ministeriale se sia il caso di operare alcune modifiche nei quadri orari circolanti in bozza
con potenziamenti di alcune discipline al triennio. E’chiaro che in questa ipotesi la
disciplina più a rischio tornerebbe ad essere la storia dell’arte nel liceo Classico (nella
bozza attuale 2 ore negli ultimi 3 anni) e nel liceo Musicale e Coreutico (nel disegno
attuale 2 ore per ogni anno). Tale presenza potrebbe essere rivista per lasciare spazio ad
altre istanze.
Oltre a ciò, non si ravvisa il minimo spiraglio di accoglienza della richiesta avanzata più
volte dall’ANISA di non eliminare l’insegnamento nell’istruzione tecnica e professionale
dove attualmente la disciplina è presente come elemento di alta qualificazione formativa.
Una volta di più si vuol ribadire che la Storia dell’arte si qualifica come fondamentale
per la crescita della persona e per la formazione del cittadino, specie in un Paese come
l’Italia. La sua presenza nei licei e negli istituti di istruzione secondaria è una necessità
riconosciuta da tutta la società civile e come tale è stata difesa con appelli e richieste
promosse dal più comune cittadino al Presidente della Repubblica, oltre che da esponenti
della cultura di tutto il mondo. Si auspica pertanto fermamente che non sia più messa in
discussione la quota oraria riservata alla disciplina che, è bene sottolinearlo – è il minimo
possibile per un insegnamento dignitoso ed efficace.
(da Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell'Arte - Roma, 26 novembre 2009)

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